“Gli Indifferenti,” diretto da Francesco Maselli nel 1964, è un affresco potente e malinconico della società italiana postbellica. La pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Alberto Moravia, ci trasporta nell’atmosfera opprimente di una famiglia borghese romana in piena decadenza morale, dove l’indifferenza emotiva si diffonde come una malattia contagiosa.
Il film ruota attorno a Michele, interpretato da un magistrale Marcello Mastroianni. Michele è uno studente universitario, tornato a Roma dopo anni di studio all’estero, che ritrova la sua famiglia in uno stato di apparente agiatezza ma intrisa di vuoti esistenziali. Il padre, Riccardo (interpretato da Alberto Sordi), è un uomo d’affari pragmatico e cinico, completamente assorbito dal lavoro e incapace di provare empatia. La madre, Anna (Stefania Sandrelli), è una donna fragile e infelice, intrappolata in un matrimonio senza amore.
La trama si sviluppa attorno ai turbamenti interiori di Michele, costretto a confrontarsi con l’ipocrisia della sua famiglia e la freddezza del mondo che lo circonda. Un incontro fortuito con una ragazza, Lea (Claudia Cardinale), suscita in lui un’inaspettata passione, ma anche Lea si dimostra incapace di sfuggire al destino tragico che sembra accompagnare tutti i personaggi.
Temi e simbolismi: l’indifferenza come malattia sociale
“Gli Indifferenti” è un film ricco di simbolismo e tematiche profonde. L’indifferenza, suggerita dal titolo stesso, è il filo conduttore della narrazione. Essa si manifesta non solo nelle relazioni interpersonali dei personaggi, ma anche nel contesto sociale più ampio: una società segnata dalla guerra, dalla ricostruzione economica e da un senso di disillusione diffuso.
Il regista Francesco Maselli utilizza efficacemente la fotografia in bianco e nero per enfatizzare l’atmosfera cupa e claustrofobica della storia. Le inquadrature spesso ferme e distaccate sottolineano l’alienazione dei personaggi, mentre i dialoghi asciutti e ironici rivelano la loro incapacità di comunicare con sincerità.
Ecco alcuni temi chiave esplorati nel film:
- La decadenza morale della borghesia: La famiglia di Michele incarna il vuoto spirituale e l’egoismo che hanno corroso le élite italiane dopo la guerra.
- La ricerca dell’amore e della felicità in un mondo indifferente: I personaggi, ciascuno con i propri tormenti interiori, cercano disperatamente una connessione autentica, ma finiscono per essere travolti dal freddo cinismo del loro ambiente.
- Il senso di colpa e la redenzione: Michele, tormentato dalla consapevolezza dell’indifferenza che lo circonda, cerca di trovare un modo per redimersi dalle sue azioni passate.
Analisi critica: un capolavoro italiano sottovalutato?
“Gli Indifferenti” non fu un grande successo commerciale al momento della sua uscita, ma nel tempo è diventato un film cult apprezzato da critici e cinefili. La performance di Marcello Mastroianni, sempre impeccabile e capace di trasmettere con intensità i tormenti interiori del personaggio, è considerata una delle sue migliori interpretazioni.
Elementi tecnici:
Aspetto | Descrizione |
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Regia | Francesco Maselli |
Sceneggiatura | Francesco Maselli, Alberto Moravia (romanzo) |
Fotografia | Giuseppe Rotunno |
Montaggio | Ruggero Mastroianni |
Musica | Piero Piccioni |
Il film presenta una regia precisa e riflessiva, con inquadrature suggestive che amplificano la sensazione di alienazione. La fotografia di Giuseppe Rotunno è di grande impatto visivo, utilizzando contrasti di luce e ombra per creare un’atmosfera cupa e malinconica.
“Gli Indifferenti” rimane oggi un film potente e attuale, capace di interrogare le relazioni umane e il senso di appartenenza in una società sempre più individualista. La sua capacità di evocare emozioni profonde e offrire una riflessione critica sulla condizione umana lo rende un’opera da riscoprire per gli amanti del cinema italiano e non solo.